Catasto Teresiano

Uno dei più consultati tra i fondi statali conservati in Archivio è il Catasto, non solo da studiosi in particolare di storia dell’architettura e del territorio, ma anche da utenti interessati ad accertare diritti patrimoniali.

Il fondo comprende mappe (più di 25.000, in gran parte digitalizzate), registri (più di 3.200) e altro materiale (più di 600 buste e 50 mazzi) che nell’insieme sono il risultato di operazioni catastali diverse attuate tra il 1722 e il 1956, versati dall’Ufficio tecnico erariale e dagli Uffici delle imposte dirette di Cremona, Casalmaggiore, Crema e Soresina.

La documentazione sicuramente più interessante ed anche la più antica è costituita dalle mappe del Catasto cosiddetto Teresiano.

Le mappe di tutto il territorio cremonese furono elaborate tra il 1722 e il 1723 in vista della preparazione del catasto generale secondo le disposizioni emanate nel 1718 dall’imperatore Carlo VI. Tuttavia all'epoca il territorio cremonese non comprendeva l'area di Crema perché ancora sotto il dominio della Repubblica di Venezia.

Solo alcune località che allora facevano parte della Gera d'Adda vennero comprese dalle rilevazioni del Catasto Teresiano.

In rete si trovano quindi le riproduzioni di tutte le mappe del Catasto settecentesco, località per località allora considerati comuni censuari. Quindi la ricerca può essere fatta anche per quelle parti del territorio che oggi non sono considerati comuni autonomi sia perché divenuti frazioni di comuni più grandi sia perché oggi semplici cascinali.

Per effettuare la ricerca quindi non si deve fare riferimento all'attuale situazione amministrativa, ma è sufficiente il nome del luogo oggetto della ricerca.

Alle immagini di ogni località è stata unita una scheda in cui sono stati inseriti, oltre alla data e alla scala, anche i nomi dei periti agrimensori dei rilevatori e dei disegnatori che avevano eseguito le operazioni e preparato i disegni. Elementi di grande interesse per una storia delle professioni tecniche.

I numeri scritti sulle mappe indicano rispettivamente l'identificativo della particella e la superficie espressa in pertiche milanesi.

L'intervento di riproduzione è stato realizzato grazie ad uno specifico finanziamento del Ministero beni e attività culturali nel 2009/2010 su progetto SIAS (Sistema Informativo Archivi di Stato) e con il contributo di Banca Cremonese di credito cooperativo.

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