È terminato il lavoro di spoglio sistematico, effettuato da Emanuela Zanesi, degli articoli di un’altra rivista locale, “Cremona Produce”. La conclusione è coincisa con l’annuncio del termine della pubblicazione del periodico, che ha costituito, nell’arco di oltre quarantacinque anni, una pietra miliare nel panorama culturale cremonese e un appuntamento costante per moltissime persone.
Il lavoro di catalogazione dei suoi articoli assume, dunque, in questo caso anche il valore di un quadro complessivo riassuntivo dei contributi che hanno investito molteplici settori: dall’economia all’arte, dall’urbanistica alla gastronomia, alla critica letteraria, allo sport. Nata, infatti, nel 1968 “Cremona Produce” ebbe, per almeno dieci anni, il carattere di una rivista di stampo prettamente economico, rappresentando la realtà del mondo agricolo cremonese, soprattutto riguardo a quella sua importantissima espressione che è stata, lungo il corso degli anni fino a oggi, la Fiera Internazionale del Bovino da latte. Fu intorno al 1982-1983 che “Cremona Produce” ampliò le sue prospettive culturali trasformandosi in un periodico di informazione ad ampio raggio e vantando la collaborazione, lungo i decenni successivi, di molte firme tra le più rappresentative del panorama culturale locale.
L’elevato numero dei contributi schedati e inseriti nella catalogazione informatica, che ammontano a oltre 5300 notizie, dà la misura del merito che a questa rivista deve essere ascritto: quello di avere affrontato i temi più variegati offrendo, con linguaggio semplice e chiaro, ma al contempo vivace, lo stimolo verso un approfondimento che i lettori non hanno mai mancato di accogliere. Nel novero degli spogli effettuati sono stati inseriti i riferimenti all’apparato iconografico, al quale la rivista ha da sempre mostrato una spiccata attenzione: tra gli autori elencati e fra i soggetti individuati compaiono quindi anche le splendide fotografie naturalistiche che rivelano una sensibilità spiccata alle tematiche ambientali ed ecologiche che tanto interesse suscitano nella società moderna.
In questa circostanza più che mai il lavoro biblioteconomico si pone al servizio della cultura riepilogando, attraverso le varie chiavi di ricerca (per autore, per titolo, per soggetti), la storia del periodico. Viene così offerta la possibilità di ricordare quanti su queste pagine hanno scritto; di offrire ai cultori di storia locale la notizia di contributi capaci di offrire spunti di riflessione e ricerca; di constatare in ultima analisi come nessun argomento, o quasi, sia stato trascurato o ignorato. Fatto, questo, particolarmente apprezzabile, specie in un contesto di storia locale, nel quale eventi, personaggi e curiosità vengono spesso dimenticati o giudicati non meritevoli di approfondimento. La reperibilità dei vari argomenti viene consentita con immediatezza dall’indicazione per ciascuno di essi, delle specifiche annate e delle pagine di riferimento.
Il senso dell’operazione bibliotecaria è, in questo caso forse come non mai, da ricercare nella volontà di conservazione della memoria di fatti e di personaggi che hanno avuto un ruolo preciso nella storia di Cremona, e soprattutto nel desiderio di offrire uno strumento di lavoro che, grazie alla capillarità delle informazioni, rimarrà utile a ricercatori e appassionati di storia locale.
Se “Cremona Produce” non sarà più edita, rimarrà comunque con questo lavoro la testimonianza di quanto la rivista non solo ha saputo offrire, ma ancora continuerà a offrire a tutti coloro che vorranno avvicinarla.