Il grande edificio che oggi ospita l'Archivio di Stato risale agli inizi del Novecento ed ha alle spalle una lunga storia e una diversa destinazione rispetto all'attuale. Nacque infatti come sede della pia casa istituita nel 1837 su iniziativa del sacerdote cremonese Ferdinando Manini da cui prende il nome. L'Istituto Manini era stato dapprima ospitato nell'edificio insediato tra le contrade Rossa e Cantarane (oggi via Geromini e via Antica Porta Tintoria), noto come "casa Archetti" dal nome della nobile proprietaria a cui si deve la trasformazione in palazzo, avvenuta tra il 1800 e il 1826, di alcuni edifici preesistenti in quell'isolato cittadino. La costruzione fu acquistata nel 1837 dal nobile cremonese Gaetano Bolzesi e donata, dopo la sua morte, dalle figlie Giulia Mina Bolzesi ed Enrichetta Bolzesi Grasselli al sacerdote Manini per ospitarvi il costituendo "Istituto di ricovero per giovinetti discoli e corrotti".
Nella seconda metà dell'Ottocento la costruzione, che ospitava cucine, refettorio, dormitori, ma anche aule, officine e laboratori per l'istruzione e l'avviamento professionale dei giovani ospiti, si era rivelata inadeguata dal punto di vista funzionale e manutentivo. Con grandi difficoltà e grande impegno economico venne redatto il progetto per la demolizione e la ricostruzione dell'ala prospiciente via Cantarane ad opera dell'ingegnere Alfredo Signori dell'Ufficio tecnico dell'Istituto educativo cremonese. I lavori iniziati nel 1905 si conclusero rapidamente nel dicembre 1906.
Durante il sec. XX l'edificio è stato costantemente oggetto di interventi di manutenzione. Negli anni Sessanta il corpo di fabbrica verso via Geromini fu demolito per far posto ad un edificio nuovo, mentre quello di via Antica Porta Tintoria ha continuato ad ospitare il collegio fino agli inizi degli anni Settanta quando, trasferiti i pochi giovani ospiti in altre strutture, furono avviati i lavori per trasformare l'immobile in sede per l'Archivio di Stato, che vi si trasferì nel luglio del 1979.
Bibliografia di riferimento
Il palazzo dell'Archivio di Stato di Cremona già Collegio dei discoli, a cura di Elisabetta Bondioni, Cremona 2015.