L'avvento delle leggi razziali antisemite a Cremona e provincia

L'avvento delle leggi razziali antisemite a Cremona e provincia

L’analisi di una serie di fascicoli conservati nel fondo Prefettura – Ufficio di Gabinetto dell’Archivio di Stato, intestati ai cittadini ebrei colpiti da confische e sequestri di beni tra il 1943 e il 1945 è all’origine di questa pubblicazione e del percorso espositivo che ad essa si accompagna.

Al collega Giovanni Graifembergh, cui si deve la ricerca della quale si presentano in questa sede i primi risultati, è apparso comunque subito chiaro che i provvedimenti di natura economica non potevano essere compresi nella loro portata senza contestualizzarli nel più ampio quadro della legislazione antisemita che prende avvio in Italia con il decreto n.1728 del 17 novembre 1938 Provvedimenti per la difesa della razza italiana.

Come afferma Giulia Dodi, nell’introduzione che ben illustra il più ampio contesto nazionale nel quale la realtà cremonese si inserisce, «negli anni in cui la legislazione razziale fu in vigore l’attacco alle cose ed alle persone furono due facce della stessa medaglia». Partendo quindi dai nomi documentati da quegli elenchi e da quei fascicoli Graifembergh ha ricostruito in modo approfondito e appassionato traiettorie biografiche, ma anche paradossali vicende giudiziarie che si protrassero ben oltre la fine della seconda guerra mondiale e la caduta del regime fascista, attraverso un mosaico di documenti e fonti archivistiche, pazientemente reperite anche in altri Archivi di Stato, ma pure grazie a contatti intessuti con discendenti di quelle stesse persone che avevano vissuto tali tragiche vicende, come nel caso di Vera Schmidt, appartenente alla famiglia di Alfred Lewin e Jenny Hammerschmidt, fucilati dai tedeschi nel 1944 a Forlì, per alcuni anni cittadini cremonesi, alla cui memoria abbiamo voluto intitolare il volume e la mostra.

Se la Giornata della memoria è parsa senza dubbio il contesto più adatto per presentare e illustrare in particolare a giovani e studenti questo lavoro, è anche vero che auspichiamo che esso possa costituire un contributo per una riflessione non occasionale su una pagina fondamentale della nostra storia.

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